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Intervista con l'Avv. Gina Aquino - La Calabria presenta le sue eccellenze al mercato russo

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L'Avv. Gina Aquino, Dirigente dell’ufficio di Presidenza della Regione Calabria settore internazionalizzazione, risponde ad alcune delle domande più frequenti su questa straordinaria regione diffondendo la parola ogni giorno di più, la Calabria.

Clicca qui per leggere l'intervista in russo.


Cosa fa la Regione nel settore dell’internazionalizzazione

L’attività messa in campo dalla Regione Calabria per promuovere l’internazionalizzazione del sistema economico regionale è ampia e diversificata e comprende varie tipologie di interventi volti a favorire sia l’internazionalizzazione produttiva che commerciale delle piccole imprese calabresi.

La Regione interviene sia attraverso la concessione di incentivi per supportare specifici progetti di investimento promossi da singole imprese ovvero da reti di imprese, che sostenendo programmi promozionali per la partecipazione delle diverse filiere locali a fiere internazionali con l’obiettivo di accrescere la capacità d’azione sui mercati extra-regionali. Le imprese possono accedere, inoltre, ad un “pacchetto” di servizi integrati, offerti dallo Sportello per l’Internazionalizzazione, che comprende il supporto per la partecipazione ad eventi fieristici e missioni Internazionali, l’organizzazione di incontri con buyer esteri, la formazione e l’assistenza specialistica su tematiche di carattere trasversale.

La Regione, in genere, partecipa alla copertura di gran parte delle spese sostenute dalle imprese durante i processi di internazionalizzazione, a testimonianza della volontà di ridurre gli ostacoli economici e coinvolgere il maggiore numero di aziende nelle attività di promozione.

La necessità di massimizzare l’efficacia degli interventi, incrementare le sinergie e reperire risorse aggiuntive ha spinto la Regione a siglare accordi pluriennali e convenzioni operative con il sistema delle Camere di Commercio regionale, con le Camere di Commercio Estere, con l’ICE e altri enti regionali e nazionali.

Negli ultimi mesi è stato avviato, infine, un Osservatorio sulle caratteristiche e dinamiche dei mercati e sulle loro potenzialità con l’obiettivo di accompagnare le imprese nei loro percorsi di apertura internazionale e di consentire all’Amministrazione di effettuare scelte di investimento maggiormente efficaci per ottimizzare il posizionamento competitivo delle filiere produttive regionali rispetto ai principali mercati di riferimento.

Per il biennio 2017/2018 l’impegno finanziario messo in campo dalla Regione è pari a 10milioni di euro.


Cosa dovrebbero fare le imprese del segmento agroalimentare per esportare in modo efficace

Il volume ridotto dell’export generato dalle imprese calabresi è in parte dovuto ai fattori strutturali, quali le dimensioni ridotte delle unità produttive, le filiere produttive corte e la scarsa specializzazione, ma esso è anche l’espressione di difficoltà operative nel superare le barriere all’ingresso tipiche dei mercati esteri e nell’affrontare in modo più efficace la competizione internazionale. Una difficoltà che deriva da aspetti più specificamente attinenti l’orientamento strategico e l’organizzazione delle imprese, risultando condizionato da alcune debolezze sul fronte della conoscenza dei mercati di sbocco, della comunicazione, delle risorse umane dedicate alle relazioni commerciali, della capacità di promozione dell’identità territoriale.

La partecipazione ad eventi e fiere settoriali rappresenta oggi uno dei principali strumenti di marketing delle imprese agroalimentari regionali nei rispettivi programmi di espansione internazionale, in quanto costituisce un’opportunità importante di verifica del grado di ricettività del sistema di offerta aziendale da parte del mercato di riferimento. La limitata offerta in termini di profondità e dimensione che contraddistingue le nostre imprese è l’elemento determinante per lavorare sempre di più nella direzione della creazione di reti commerciali lunghe e di piattaforme di distribuzione realizzate con il coinvolgimento di buyer internazionali.

Le difficoltà di accesso alle competenze tecniche e conoscenze specifiche richieste per presidiare le funzioni aziendali connesse con la ricerca, l’innovazione, la distribuzione e il marketing continuano poi a rappresentare la principale barriera all’apertura internazionale delle imprese regionali.

E’ necessario in questo ambito il potenziamento di specifici percorsi di alta formazione e formazione superiore, razionalizzando quelli esistenti, individuando con attenzione le nuove esigenze, legandoli a forme di alternanza e praticantato, sostenendo la realizzazione di reti con centri di eccellenza, poli formativi e università. L’obiettivo deve essere quello di sviluppare e potenziare le competenze specifiche richieste per presidiare le opportunità di collaborazione e d’affari presenti sui mercati esteri e per garantire la gestione efficace dei processi di esportazione, di marketing internazionale, della contrattualistica internazionale, della logistica e così via.


Gli interventi sulla comunicazione e sul marketing

Un elemento indispensabile per garantire l’efficacia delle politiche di internazionalizzazione è quello di pervenire ad immagine integrata del sistema Calabria per consentire di:

  • promuovere e valorizzare l'identità del territorio e dei suoi prodotti d'eccellenza, nei mercati tradizionali ed in quelli emergenti;
  • potenziare l'immagine regionale a livello enogastronomico;
  • supportare adeguatamente il sistema imprenditoriale nello sviluppo di un approccio organizzato al mercato internazionale.

Definire una immagine coordinata e pervenire alla strutturazione di un brand Calabria, che sia in grado di fornire omogeneità e riconoscibilità ai prodotti regionale sia in Italia che all'estero, è il principale obiettivo della politica di comunicazione e marketing messa in campo dalla Regione. Tale attività deve essere potenziata e devono essere sviluppati specifici portali e applicativi web per la valorizzazione dei prodotti enogastronomici di eccellenza.

Allo stesso tempo nei prossimi mesi saranno realizzati importanti investimenti in comunicazione multimediale, nella produzione di contenuti a supporto delle attività di promozione dei prodotti agroindustriali, nello sviluppo di strumenti editoriali e multimediali (es. video promozionali, e-brochure, app, ecc.), in campagne media e pubblicità, nell’ambito di una strategia coordinata di comunicazione.


Le strategie per il futuro

La sfida che si intende lanciare è quella di inserire a pieno titolo la Calabria nel contesto internazionale, valorizzando le vocazioni e i punti di forza, tra cui rientrano certamente le produzioni tipiche e di eccellenza. E’ necessario perseguire una politica basata su strumenti e azioni innovative in grado di favorire apertura e attrattività . Da un lato, bisogna aiutare le nostre imprese e i nostri prodotti a raggiungere i mercati globali e, dall’altro, si deve rendere più attrattivo il nostro territorio per investimenti stranieri.

Il nostro sistema produttivo deve essere sostenuto con continuità per superare l’ostacolo geografico ed entrare in contatto con player internazionali. E’ evidente che nella competizione globale sempre di più vincono i territori con una identità forte. Il patrimonio enogastronomico rappresenta un naturale vantaggio competitivo della nostra regione su cui bisogna puntare. Occorre sviluppare un modello diffuso e sostenibile di sviluppo del settore agroindustriale regionale e di occupazione qualificata, basato non più solo sui finanziamenti pubblici e sui grandi eventi, ma anche sulla progettazione e la riorganizzazione innovativa delle imprese.

L’industria alimentare ha enormi potenzialità per farsi volano di attrazione di investimenti esteri e di crescita economica e occupazionale, ma sono ancora troppo pochi i progetti che riescono ad avere una proiezione internazionale.

L’enogastronomia, oltre ad essere una piacevole attività sensoriale, sta diventando sempre più un fattore di attrazione e uno strumento di marketing turistico. Il prodotto alimentare, in altri termini, diviene punto di unione tra l’autenticità del territorio e il turista, sempre più desideroso di proposte genuine, partecipative e strettamente collegate alle specificità del territorio che visita. I consumatori moderni, specie in campo enogastronomico, sono sempre più alla ricerca di prodotti capaci di soddisfare esigenze di varietà, di novità e di elevati livelli di genuinità, imponendo all’offerta politiche di differenziazione nel rispetto di elevati standard qualitativi sotto il profilo della sicurezza e della salute alimentare.

Il legame intimo tra produzioni tipiche locali e territorio è strettamente interconnesso al tema delle strategie di valorizzazione dei prodotti tipici locali, che sempre più si stanno affermando come importanti strumenti di comunicazione e di immagine di marca di un territorio ovvero dei marcatori di identità .

La valorizzazione dei prodotti tipici assume dunque un significato che va oltre la semplice commercializzazione di beni materiali, riguardando piuttosto l’offerta di esperienze complesse, fondate sulle risorse enogastronomiche, ma arricchite da elementi intangibili capaci di stimolare e coinvolgere la componente sensoriale ed esperienziale del consumo. La varietà delle risorse enogastronomiche locali e la forte connessione tra i prodotti e la tradizione locale permettono di identificare in questo segmento un prodotto con elevato potenziale di sviluppo.

Sulla base di queste motivazioni, la strategia regionale è finalizzata a:

  • valorizzare la vocazione enogastronomica del territorio, puntando a nuovi mercati come quelli asiatici, lanciando nel contempo un programma per la riqualificazione dell’offerta e per la crescita dimensionale delle aziende del settore. Il risultato attesto è quello di riposizionare il sistema regionale rispetto alla nuova domanda legata alla genuinità e al valore terapeutico degli alimenti;
  • rafforzare le relazioni commerciali, sostenendo e incrementando le relazioni con quei “mercati emergenti” che presentano le migliori prospettive di crescita nei prossimi anni, individuando modalità di presidio e strumenti specifici;
  • sostenere l’export per filiere produttive, assecondando l’attuale scenario internazionale che si caratterizza per processi di esportazione che seguono logiche di filiera produttiva e di sistema.













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